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Nel 1990 Luigi Campedelli torna presidente della società, e la sua prima decisione è quella di cambiare il nome della squadra in Associazione Calcio ChievoVerona, allo scopo di identificare maggiormente la formazione con la città. Nell’estate 1980 la squadra passa in consegna al tecnico Dario Baruffi, che l’allenerà fino al 1984. Nel 1981 il campionato di Serie D muta nome in Campionato Interregionale, e contemporaneamente la squadra prende il nome di Paluani Chievo, maglietta del paris saint-germain dal nome dello sponsor Paluani. Nell’estate 1978 Ciccolo lascia il Chievo dopo cinque stagioni trascorse nella duplice veste di allenatore-giocatore. Già al primo anno di Serie C2 il Chievo ottiene un ottimo piazzamento, chiudendo al quarto posto la stagione 1986-87. Nell’estate 1987 l’allenatore Carlo De Angelis decide di dimettersi, e al suo posto viene chiamato Pierluigi Busatta. Il 6 luglio Laxalt gioca il quarto di finale contro la Spagna, partita vinta con un gol nei tempi supplementari: il centrocampista disputa tutti i 120 minuti di gioco e l’Uruguay si qualifica così alla semifinale contro l’Iraq.
Australia ai mondiali dopo 32 anni ok Spagna, Svizzera e Rep. Fra i fondatori vi furono il terzino destro elvetico Walter Aemisseger, proveniente dalla squadra svizzera del Winterthur e primo capitano della squadra, Guido Battisti, Antonio Borella, Gerardo Bortoletti, Davide Fano, il primo presidente, Aldo Federici, detto «Baciccia», mediano destro e poi anche allenatore, Pietro Golzio, detto «Pioppa», Silvio Lorenzetti, Pietro Piccoli, Primo Pitteri, Alessandro Santi, Marcello Santi, Luigi Vianello, Pietro Visintin e Mario Vivante. La prima stagione del neopresidente viene chiusa dalla squadra con un altro settimo posto in campionato. I gialloblù chiudono il campionato al settimo posto, e il centravanti clivense Riccardo Gori vince la classifica marcatori con 13 realizzazioni. Successivamente perde il primo posto, ma lo riottiene a tre gare dal termine. Nell’estate, viene fondato il Frosinone Calcio s.r.l., che riparte dal Campionato Interregionale. Nel campionato 1978-79, il quarto in serie D, i gialloblù stazionano a lungo nelle posizioni di centro classifica, ottenendo la salvezza con due gare d’anticipo e terminando undicesimi nella graduatoria finale.
Ancora una volta la squadra lotta per la promozione, ma una serie di partite negative al termine della stagione le impedisce di centrare l’obbiettivo, chiudendo nuovamente al quarto posto. In campionato, i clivensi lottano fino all’ultima giornata per centrare l’obbiettivo salvezza, che riescono ad ottenere per due punti terminando al quattordicesimo posto in classifica. Alla quindicesima giornata di campionato, con il Chievo nei bassifondi della classifica, Carlo De Angelis viene esonerato e sostituito da Angelo Barbi. Alla società, quindi, viene a mancare l’importante contributo economico della ditta, ma i dirigenti si applicano con successo nella ricerca di fondi per l’iscrizione al campionato, e nell’adattamento degli spogliatoi e del campo «Bottagisio». Si aspetta sempre che ci bruci, per svegliarci. Il nuovo presidente decide di puntare con decisione sui giovani, considerando lo sviluppo del vivaio un mezzo fondamentale per mantenere la categoria, ed opera alcune cessioni illustri, tra cui quella del bomber Riccardo Gregorotti. L’inizio di stagione è positivo per i gialloblù, che non avvertono il salto di categoria, e ottengono due vittorie e un pareggio nelle prime quattro gare. Ancora una volta il Chievo sembra non avvertire il salto di categoria, chiudendo al sesto posto il suo primo campionato in Serie C1.
Per il campionato 1977-78 la società cede ancora una volta diversi giocatori per fare spazio ai giovani del proprio vivaio. Sfumato il ripescaggio (che non favorisce nemmeno il Bisceglie), per la stagione successiva Legrottaglie allestisce con mister Giovanni Campari una formazione di giovani promettanti, tra i quali spicca un certo Vito Curlo, il quale l’anno dopo segue Campari al Bisceglie e poi passare al Bari. La quinta giornata oppone ai clivensi l’Audace SME, altra squadra di Verona, e per l’occasione di questo derby il Chievo gioca per la prima volta allo stadio Marcantonio Bentegodi. L’effigie del condottiero scaligero costituisce, insieme alla diga, il simbolo più longevo e rappresentativo del club clivense; a esso si affiancava, fino al 2021, lo stemma dei Della Scala, la cui adozione e apposizione sulle casacche all’inizio del III millennio causò la contestazione da parte dei sostenitori del Verona, i quali accusarono il Chievo di aver plagiato un emblema associato fin dal 1971 al principale club cittadino e ai suoi supporter. L’estate 1983 sancisce l’ingresso nella società gialloblù di Saverio Garonzi, già presidente dell’Hellas Verona, con la carica di vicepresidente.