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Il 19 aprile è in programma un talk che avrà come oggetto le migliori maglie da calcio degli ultimi 40 anni, “Jerseys of the World”, avrà come protagonisti Tim Small, Stefano Carloni e Marco Materazzi. Nella stagione 2010-2011 la maglia del Cosenza fu oggetto di curiosità per la sua ripartizione di colori mai vista nella storia delle maglie da calcio: la divisa era rossa sul davanti e blu sul retro. Il Cosenza ripartì da Giusto Lodi, capitano di lungo corso, autentico pilastro della formazione rossoblù, mentre presidente era Mario Guido. Mario Cervi e Luigi Mascheroni, Gli anni del piombo. Presieduta dallo stesso sindaco, la squadra, guidata in campo da Gigi Lentini, dopo tre cambi di allenatore ottenne la settima piazza sotto la guida tecnica di Luigi Marulla. La retrocessione fu prontamente riscattata dall’immediata promozione nella stagione successiva (1997-1998) sotto la guida di Giuliano Sonzogni, dopo una lunga cavalcata che vide il Cosenza sempre in testa al campionato dalla prima giornata. Per la prima volta, quindi, la città di Cosenza avrebbe avuto due squadre cittadine nello stesso campionato, situazione che divise la tifoseria creando malumori e dissidi tra le due società. Nelle ultime partite giocate sfidò la Spagna olimpica in un doppio confronto di qualificazione per i Giochi olimpici di Città del Messico 1968. L’Islanda fu sconfitta per 6-4 nelle due partite.
Tutta la città si strinse attorno all’iniziativa e così il 5 agosto 2003 venne fondato il Cosenza Football Club S.r.l., successivamente ammesso in Serie D a seguito dell’acquisizione del titolo del Castrovillari. L’agonia del neonato Parma Football Club è presto conclusa: alla vigilia della stagione 1969-1970, la dirigenza rinuncia all’iscrizione, lasciando il testimone del calcio cittadino all’altra società di Parma, la Parmense che, mettendo mano al portafoglio, acquista per 20 milioni dal vecchio Parma titolo sportivo e alcuni giocatori. Vince la Coppa Italia Lega Pro (1º titolo). Nell’estate del 2000 la guida tecnica passa a Luigi Delneri, il cui arrivo aprirà un ciclo di quattro anni in cui il friulano porterà la squadra dalla serie cadetta alla qualificazione in Coppa UEFA. Nonostante un calo nelle ultime quattro giornate del campionato 2013-2014, il Cosenza ebbe accesso alla Lega Pro Unica; nel 2014-2015 il Cosenza di Giorgio Roselli ottenne la salvezza e si aggiudicò per la prima volta Coppa Italia Lega Pro, superando il Como sia nella finale di andata (1-4) sia in quella di ritorno (1-0) al San Vito, davanti a circa 10 000 spettatori in festa. Ammesso nel nuovo Campionato Interregionale – Prima Categoria. Tra i protagonisti di quel campionato si ricordano Michele Padovano, Maurizio Lucchetti, Luigi De Rosa e Alberto Urban.
Alla fine della stagione lasciarono il Cosenza due bandiere del club: Luigi Marulla e Luigi De Rosa. La retrocessione della stagione 1963-1964 segnò la fine di un ciclo e la squadra venne, quasi totalmente rifondata. Nella stagione 2018-2019, malgrado un inizio complicato, il sodalizio cosentino conseguì la salvezza con il decimo posto, arrivando a sfiorare persino l’ingresso nei play-off per la promozione in Serie A, che alla fine del campionato distarono appena quattro punti. Tuttavia, nonostante il terremoto societario e il passaggio in amministrazione controllata, il club gialloblù riuscirà comunque a concludere il campionato al quinto posto, contendendo fino all’ultima giornata la qualificazione alla Champions League con l’Inter di Zaccheroni. Il ritorno in Serie C non fu, tuttavia, fortunato. La squadra di casa otterrà la salvezza, l’Udinese verrà promossa in serie A lasciando i silani al quinto posto. Nel campionato 1991-1992, confermata l’ossatura della squadra, il Cosenza alla 35ª giornata raggiunge l’Udinese che si trova in quarta posizione, quella che garantirebbe la promozione in serie A. Alla penultima giornata si trovano entrambe a 42 punti. Cosenza Calcio S.p.A. non viene iscritta al campionato di Serie D. Il Rende assume la denominazione di Fortitudo Cosenza e cambia i propri colori sociali in rosso e blu.
Rivoluzionata pesantemente nella stagione seguente, la squadra faticò nella successiva annata di serie cadetta, ma riuscì a conservare la categoria con ben cinque vittorie nelle ultime cinque partite del campionato, sotto la guida del cosentino Roberto Occhiuzzi. Nel 2013, per un breve periodo, prima delle partite casalinghe un lupo cecoslovacco, con sciarpa rossoblù al collo, faceva la sua comparsa sotto la curva Sud dello Stadio San Vito, occupata dai gruppi ultras. Ciò non toglie che il calcio sia al primo posto tra i giochi che un bambino inizia a fare sin da subito: dal pallone morbido che, ancor prima di muovere i primi passi, viene usato in casa, al pallone di cuoio calciato con gli scarpini con i tacchetti il passo è breve. Lo storico simbolo del Cosenza è il lupo della Sila che, nelle sue varie evoluzioni di natura grafica, ha caratterizzato nel corso dei decenni lo stemma societario. Ero uscito un momento prima nel cortile, con Dino, e mentre lui s’accovacciava nel buio, m’ero perso un momento nelle stelle e nel vuoto. Ma l’Uefa ha detto no e ha bandito dalle competizioni europee quella che sarebbe dovuta essere nelle intenzioni del club di Amsterdam la terza maglia da gioco.
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